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RECENSIONE: IL FABBRICANTE DI GIOCATTOLI DI LIAM PIEPER

Buongiorno readers,
come ben sapete oggi è il giorno della Memoria...che cosa è il giorno della Memoria? E' una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell'Olocausto.
Ho deciso quindi di ricordare questa giornata con dei post dedicati all'argomento e inizio con la recensione di un libro letto proprio per ricordare...

Il fabbricante di giocattoli
di Liam Pieper
                                               
Genere: Romanzo
Editore: Bookme
Prezzo: € 14,90 (ebook € 7,99)


“Lasciate che vi racconti una storia su mio nonno…”. È la frase con cui Adam Kulakov, proprietario di una grande fabbrica di giocattoli a Melbourne, in Australia, ama aprire i suoi discorsi ufficiali. E pazienza se il suo stile di vita di seduttore e bugiardo incallito non ricalca propriamente i valori incarnati dal nobile patriarca. Sì, perché suo nonno Arkady – eroe scampato ai campi di sterminio nazisti, fondatore dell’impresa di famiglia e colonna della società – ha davvero una storia eccezionale alle spalle: quella di un uomo che, sprofondato nel male più assoluto, scopre la sua vocazione costruendo piccoli, rudimentali giocattoli per i bambini di Auschwitz, e così facendo trova la forza per non soccombere. Ma nulla è come sembra in questo romanzo fitto di ombre e di colpi di scena. Sconvolgente, spietato, appassionante, Il fabbricante di giocattoli è la storia di un segreto inconfessabile. Capace di tracciare, in un vertiginoso gioco di rimandi tra passato e presente, un ritratto senza sconti delle ipocrisie, delle contraddizioni, delle calcolate amnesie così tipiche del nostro tempo.
Recensione

Ho scelto di leggere questo romanzo proprio per preparami a questa giornata ma non pensavo che avrei letto un libro così meraviglio e commovente.
Il fabbricante di giocattoli è la storia di tre persone, che se pur diverse tra di loro hanno in comune lo stesso senso di rinascita. Arkady infatti sopravvissuto ai campi di sterminio nazista, grazie all'impegno e al sacrificio è  riuscito a costruirsi un impero, Adam il nipote che ha sempre visto nel nonno, una figura da prendere come esempio, nel momento della catastrofe è riuscito a rimettere in sesto la sua vita. Tess invece, la moglie di Adam che, forse per riconoscenza, è stata fin troppo accondiscendente verso un marito infedele, trova il coraggio di uscire dal suo guscio con la morte di una persona a lei cara.

"Il fatto che ci sia un destino rende tutto più semplice, non credi? Il fatto di non avere scelta. Io e te non siamo dei degenerati, dei medici falliti. Siamo due uomini destinati da sempre a incontrarsi, a trovarsi qui, adesso. Se ci baciassimo" e dicendo quelle parole avrebbe avvicinato le labbra a quelle di Jan " il nostro gesto sarebbe scritto nelle stelle.
"Tutto ciò che siamo e che saremo è stato deciso da un ingranaggio forgiato prima che nascessimo. La cosa orribile e meravigliosa è che non sapremo mai di cosa si tratta."

Toverete quindi il romanzo sviluppato in due tempi, quello presente di Adam Kulakov che nonostante sia consapevole del passato del nonno e di tutte le sue fatiche nel creare la Mitty & Sarah, una fabbrica di giocattoli, non riesce a ricavare niente di buono dalla sua vita anzi, si trastulla con giovani ragazze finendo anche nelle mani di un ricattatore dopo averlo sorpreso con una minorenne. Faremo anche la conoscenza di un Arkady ormai vecchio e prossimo alla morte che assistito dalla nuora, Tessa, ci svelerà piano piano i suoi segreti.

"Permettetemi di raccontarvi una storia su mio nonno..."

L'altro filone narrativo invece si sviluppa nel passato, ad Auschwitz, attraverso i ricordi di un giovane Arkady Kulakov che ci racconto quei giorni in cui le persone deportate, venivano divise in gruppi. Chi era più "fortunato" finiva tra i lavori forzati ma altri con la scusa di doversi dare una ripulita, venivano accompagnati a morire. Arkady nel suo piccolo, cercava di rallegrare i bambini che venivano usati per gli esperimenti nazisti, intagliando con il legno,  dei semplici giocattoli.

Si chiedeva se ci fossero altri medici nascosti nella sua unità, gente in grado di capire cosa facesse il gas alle persone: l'acido che privava d'ossigeno le cellule, il panico che si impadroniva dei corpi prima ancora che la mente si rendesse conto di qualcosa. All'inizio cominciavano a sbavare e a schiumare, in preda a convulsioni improvvise. Le grida si intensificavano quando si mettevano a lottare gli uni contro gli altri, calpestando amici e famigliari nel tentativo di allontanarsi dal gas che si spandeva da terra in tentacoli grigi, prima di diffondersi ovunque. I primi a morire erano i più deboli - vecchi, gli infermi, i bambini - le ossa spaccate da quell'orda terrorizzata, spinti verso il gas, verso l'intrico di arti e vomito, verso il sangue e gli escrementi espulsi dai corpi agonizzanti.
L'autore sembra proprio che, attraverso questi due filoni narrativi, voglia riportarci tutti alla realtà, 
realtà che ormai abbiamo perso di vista. Purtroppo al giorno d'oggi avendo tutto, non diamo più il giusto valore alla vita danto tutto per scontato. Ne è un esempio Adam che pur avendo tutto, soldi, fama e una bella famiglia, si perde in frivolezze che lo conduranno solo alla rovina.
Quando ci sentiamo inutili e insoddifatti per delle cavolate, perchè non ci fermiamo per un attimo a ricordare quello che hanno passato i nostri nonni o bisnonni!?


Anche se la narrazione a volte può sembrare un po' confusionaria proprio per questo passare dal presente al passato, lo troverete comunque un libro scorrevole e piacevole e, piano piano, vi accorgerete che in realtà niente è come sembra. 
Ho trovato veramente toccante rivivere quei giorni con gli occhi di Arkady soprattutto perchè un anno fà, anche io ho potute vedere uno di quei posti in cui milioni di persone hanno perso la vita, Dachau.
Non mi resta che consigliarvi di leggere questo libro, perchè a parte ricordarvi in maniera delicata e ponderata quei giorni della seconda guerra mondiale, vi stupirà per il suo finale del tutto inaspettato e sarete sorpresi dai numerosi colpi di scena che l'autore ha riservato per noi.

2 commenti

  1. È sicuramente un ottimo libro per "non dimenticare"...
    Bellissima recensione!
    Un abbraccio!

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  2. Ciao Sonia, una recensione bellissima! Non amo molto questo genere di libro ma solo perchè dopo che li ho letti resto triste per molto tempo e continuo a pensarci. Quindi solitamente ne leggo molto pochi ma credo che in futuro questo romanzo possa entrare a far parte delle mie letture.

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